Anche per questa 35ma edizione del Premio Dorso, il rinnovato patrocinio del Senato della Repubblica, conferma quell’ormai consolidato rapporto di collaborazione che si è instaurato dall’anno 2000 con l’Associazione che promuove l’iniziativa. E’ stata ed è nostra intenzione infatti collegare quest’ultima ad una delle massime istituzioni della Repubblica al fine di mantenere sempre più alta l’attenzione nei confronti di una problematica che continua purtroppo ad essere assente dall’agenda politica del nostro Paese. La celebrazione del Premio nel contesto di questa prestigiosa cornice ha infatti sempre più rappresentato, nel corso degli anni, una importante occasione – unica nel suo genere – di discutere di Mezzogiorno onorando le varie eccellenze del territorio meridionale. A questo proposito ci piacerebbe che la nuova riforma istituzionale del Senato della Repubblica offrisse anche l’occasione in cui scienza, cultura e competenze ritornino ad essere protagoniste di un Parlamento riformato dove scienziati, uomini di cultura e tecnici possano istruire inchieste e leggi ed essere consultati dal governo. Mi sia consentito di esprimere al presidente del Senato, Pietro Grasso – insignito del premio Dorso in questa stessa sala, nel 2003, nel corso di una memorabile cerimonia svoltasi alla presenza del Capo dello Stato e del Presidente del Senato – la più sincera gratitudine per aver voluto confermare, con significativa sensibilità di meridionale e di attento meridionalista, questo prezioso rapporto di collaborazione, rinnovando l’ambito patrocinio del Senato. In questa sede mi sia anche consentito, Presidente Grasso, di riconfermarLe quei sentimenti di profonda stima ed amicizia accompagnati da sinceri voti augurali per il Suo alto mandato, a cui corrisponde con tanto equilibrio e saggezza in un momento a dir poco complesso della vita politica del nostro Paese. Un vivo ringraziamento desidero poi rivolgere a quanti hanno manifestato la loro adesione ed in particolare modo a Elisa Dorso da sempre vicina alle nostre iniziative ed al Presidente della Repubblica, Napolitano destinatario nel 1998 del Premio Dorso. Anche per questa 35ma edizione il Capo dello Stato ha voluto confermare nell’ambito del Premio, l’assegnazione di un suo personale riconoscimento che quest’anno l’Associazione Dorso ha deciso di assegnare alla Fondazione “Giambattista Vico” presieduta dal prof. Vincenzo Pepe. Un rinnovato ringraziamento per il lavoro svolto va poi alla commissione giudicatrice composta dal prof. Andrea Amatucci, presidente del comitato scientifico dell’associazione; dal prof. Massimo Marrelli. Rettore dell’Università “Federico II” e dal prof. Luigi Nicolais, presidente del CNR. Al rettore Marrelli, che il prossimo 31 ottobre lascerà il suo prestigioso incarico, un grato particolare saluto. Già destinatario del Premio Dorso dieci anni fa, il prof. Marrelli ha sempre manifestato una sensibile attenzione nei confronti dell’iniziativa condividendone in pieno le finalità. Siamo certi che l’impegno perseguito nel corso del suo mandato di valorizzare le competenze e le capacità presenti nella Federico II, costituirà l’obiettivo che verrà portato avanti anche dal suo successore, il neorettore Gaetano Manfredi, qui presente, al quale formuliamo i nostri più sinceri voti augurali di buon lavoro. L’Associazione Dorso confortata dalla collaborazione offerta dal Comitato scientifico-culturale – qui autorevolmente rappresentato anche dal sen. Luigi De Sena, dal presidente Antonio Marzano, dal presidente Luigi Mazzella, dal prof. Giulio Tarro. prosegue la sua attività nel portare avanti accanto alla celebrazione del Premio, anche una impegnativa attività sia editoriale che di studio, attraverso percorsi di approfondimento e di riflessione delle tematiche meridionalistiche.
A questo proposito va ricordato il numero monografico della rivista Politica meridionalista dedicato al ruolo che può svolgere l’Europa per far ripartire il Sud attraverso la pubblicazione di un Forum che ha visto la partecipazione di alcuni componenti del comitato scientifico dell’Associazione. L’odierna cerimonia ha poi avuto nel mese di maggio un significativo prologo con l’assegnazione, presso l’Università La Sapienza, del Premio Dorso alla memoria dell’economista Salvatore Vinci, nel corso di una giornata di studi a lui dedicata e promossa dalla La Sapienza in collaborazione con la Svimez e la stessa Associazione Dorso. Nel mese di giugno è stata poi presentata a Napoli, nella sede dell’Ordine dei Giornalisti, la ristampa del Libro Bianco “Salute e ambiente in Campania”, una articolata ricerca nel territorio campano da parte di una equipe di studiosi coordinati dal prof. Giulio Tarro per la rivista Politica meridionalista nel lontano 1977, ancora purtroppo di straordinaria attualità per le note drammatiche vicende legate alla terra dei veleni. Va, infine, ricordata la nostra attiva partecipazione alla organizzazione della quarta edizione del SorrentoMeeting 2014, promosso dall’Osservatorio Banche-Imprese di Bari che si terrà a Sorrento il 7 e 8 novembre per discutere, nel corso di un confronto a livello internazionale, di Mezzogiorni d’Europa e Mediterraneo. La sezione ordinaria del Premio Dorso anche quest’anno verrà assegnata ad un progetto esecutivo che promuova il recupero socio-economico e culturale del territorio meridionale nel convincimento che la coesione sociale rappresenti sempre più l’occasione determinante per dar vita ad un nuovo progetto di sviluppo. In collaborazione con la Fondazione con il Sud quest’anno la commissione ha segnalato il progetto dal titolo “L’educazione alla legalità in ogni scuola” realizzato nell’ambito delle attività promosse dalla cooperativa sociale “L’Orsa Maggiore” di Napoli, presieduta dalla dott.ssa Angelica Viola. Ancora una volta è al centro del Premio Dorso la cultura della legalità quale tappa di partenza imprescindibile per ogni reale riscatto economico e sociale del nostro Mezzogiorno. La città di Napoli in particolare, con la sua realtà sempre più drammatica, reclama a gran voce un forte patto tra istituzioni e classe dirigente per un progetto di sviluppo, mai finora compiutamente espresso, in una realtà socio- economica che, secondo i più recenti dati della Svimez, diventa ogni giorno più allarmante, ad iniziare da quelli sull’occupazione giovanile. In questa direzione vanno additati alle nuove generazioni i nuovi “ambasciatori del Mezzogiorno” destinatari del premio di quest’anno che andranno ad arricchire il nostro albo d’onore. A loro tutti desidero rivolgere il più sincero saluto augurale: Giovanni Pitruzzella, Franco Roberti, Cesare Imbriani, Amedeo Giurazza, Maurizio de Giovanni, Vincenzo Di Marzo e Arturo De Vivo. La loro importante testimonianza professionale e umana – nel mondo delle istituzioni, dell’economia, della ricerca e della cultura – ci conferma ancora una volta che occorre ripartire dalle eccellenze del Mezzogiorno per far decollare il Sud, valorizzando contestualmente anche le straordinarie risorse che ogni giorno si scoprono nel territorio meridionale. Questo dovrà essere sempre più l’obiettivo principale della classe dirigente a tutti i livelli. Non sembri quindi superfluo il ribadire che, come all’epoca di Guido Dorso, sulla classe dirigente meridionale in particolare si gioca gran parte della soluzione dell’annosa “questione”. La genesi di una classe dirigente – affermava Dorso – è un mistero. L’insigne meridionalista spiegava poi che: essa è un processo culturale e morale oltre che socio-economico difficile da decifrare, eppure però indispensabile. Desideriamo perciò confermare che il nostro impegno proseguirà nel difficile e lungo percorso che intende rivendicare al Mezzogiorno d’Italia la sua storia positiva, per ripartire da una identità senza pregiudizi, dando voce sia a livello nazionale che europeo, alle sacrosante istanze dell’intera comunità meridionale, quelle istanze che a noi piace definire le ragioni del Sud.