PER LA RIPRESA DEL PAESE OCCORRE RIPARTIRE DAL MEZZOGIORNO
La cultura non intende arrendersi all’emergenza sanitaria. Per questo motivo l’Associazione Dorso ha deciso – in piena sintonia con altre istituzioni culturali che hanno celebrato e celebrano i loro eventi in presenza – di non sospendere per quest’anno l’assegnazione del Premio anche perché siamo ben convinti che – dopo la pandemia – non ci sarà ripresa economica del Paese senza il Sud. Infatti il Premio Dorso ancora una volta intende rappresentare nei suoi obiettivi una significativa occasione di riflessione sul Mezzogiorno d’Italia. Consentitemi di rivolgere un saluto agli intervenuti contenuti quest’anno nei numeri, ma come sempre espressione più alta della società civile e agli amici dell’Associazione che ci seguono via social. Tra quanti poi hanno manifestato la loro adesione, ringrazio per tutti la prof.ssa Elisa Dorso che da sempre ha condiviso la nostra iniziativa. Anche la 41ma edizione del Premio Dorso si tiene nella prestigiosa cornice del Senato della Repubblica, che dal 2000 patrocina l’iniziativa unitamente al Consiglio Nazionale delle Ricerche e all’Università di Napoli Federico II. Alla Presidente Casellati esprimiamo la nostra più sincera gratitudine per aver voluto confermare questo ventennale prezioso rapporto di collaborazione tra il Senato stesso e l’Associazione Dorso, rinnovando nel tempo una particolare attenzione da parte delle istituzioni in piena condivisione con gli obiettivi del Premio. In un messaggio di adesione la Presidente Casellati nel comunicare la sua assenza per pregressi impegni, scrive tra l’altro: “desidero farle giungere con i rallegramenti ai premiati, il mio più sincero apprezzamento per aver promosso anche quest’anno una iniziativa di grande prestigio che valorizza i numerosi esponenti che, ai vari livelli, contribuiscono al processo di sviluppo del Mezzogiorno”. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto confermare nell’àmbito del Premio, l’assegnazione di un suo personale riconoscimento quale costante testimonianza di attenzione, da Uomo del Sud, nei confronti di tutte quelle iniziative che onorano la cultura meridionale. Questo ambito riconoscimento oggi viene destinato al Centro di ricerca Biogem di Ariano Irpino, presieduto dal sen. Ortensio Zecchino.
Al Presidente Mattarella rinnoviamo anche la nostra sincera gratitudine per aver voluto ricevere in udienza, al Quirinale, una delegazione dell’Associazione Dorso in occasione dei 40 anni di attività, offrendo così il più àmbito riconoscimento al nostro generoso impegno di volontariato per la promozione culturale e civile del Mezzogiorno.
Un rinnovato ringraziamento desidero poi rivolgere all’autorevole commissione giudicatrice composta dal Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano; dal prof. Andrea Amatucci, presidente del comitato scientifico dell’Associazione; dal prof. Massimo Inguscio, presidente del CNR; dal prof. Arturo De Vivo, rettore dell’Università di Napoli Federico II. Al neo rettore eletto, prof. Matteo Lorito, Premio Dorso 2018, che salutiamo e ringraziamo per la sua presenza, rinnoviamo, con i rallegramenti, gli auguri di buon lavoro. Un altro grato apprezzamento si estende poi al Comitato Scientifico dell’Associazione per la preziosa collaborazione, con un particolare saluto all’illustre amico prof. Giuseppe Tesauro, presidente emerito della Corte Costituzionale da sempre legato al Premio Dorso di cui fu destinatario nell’anno 2000. Quest’anno, collateralmente alla organizzazione del Premio Dorso, l’Associazione ha realizzato, con il determinante impegno del segretario generale Francesco Saverio Coppola e nel pieno rispetto della normativa anti COVID-19 alcune iniziative di carattere economico e culturale, anche in sinergia con altre istituzioni meridionaliste, nel convincimento che nel Sud occorre sempre più fare squadra. In particolare desidero ricordare la pubblicazione del volume dedicato ai 40 anni del Premio Dorso e all’attualità del messaggio politico e morale del grande meridionalista e l’elaborazione di un documento programmatico diretto alle istituzioni, sulla ripresa del Sud e del Paese. Desidero anche ringraziare il Comitato organizzatore dell’Associazione ed il suo presidente, l’amico Michele Giannattasio, per la rinnovata collaborazione prestata. I consensi provenienti da vari settori del mondo scientifico e culturale che hanno accompagnato in modo crescente il Premio Dorso nel suo lungo percorso, vanno certamente ricondotti nell’aver voluto legare l’iniziativa, in particolar modo, al nome prestigioso di un Uomo che individuò nel rinnovamento della classe dirigente meridionale, il momento centrale ed imprescindibile di ogni reale azione di crescita civile e culturale del Mezzogiorno. Un’attenzione particolare il Premio riserva da sempre alle nuove generazioni non senza ricordare che ogni anno lasciano le regioni meridionali 65mila giovani, di cui un terzo laureati, svuotando così il territorio di energie e intelligenze. Le risorse straordinarie – che ci auguriamo verranno quanto prima erogate dall’Europa in maniera equilibrata e proporzionale al ritardo di sviluppo dei territori – rappresenteranno certamente l’ultima occasione storica per il Mezzogiorno. Esse dovranno servire, in particolare, a riassorbire quei 600-800mila posti di lavoro che oggi sono a rischio nel Sud. Ma anche qui sarà necessario attrezzarsi adeguatamente nelle regioni meridionali in termini di una rinnovata pubblica amministrazione, con progetti a medio e lungo termine che superino per sempre la logica dell’emergenza. Nelle 40 edizioni del Premio, insieme ai 45 giovani autori di tesi o di monografie inedite sul Mezzogiorno, ben trecento sono stati i destinatari delle sezioni speciali e sono espressione del mondo delle istituzioni, dell’economia, della ricerca, della cultura che hanno onorato e onorano il nostro Mezzogiorno. Ci piace vedere in loro una parte importante di quei cento uomini di ferro auspicati da Dorso per la rinascita del Sud.
Una rinascita che – non ci stancheremo di ribadire – potrà essere realizzata soltanto attraverso un corale impegno da parte di tutti – istituzioni, classe dirigente, cittadini – per definire un comune progetto di risveglio economico e morale, un progetto che dovrà necessariamente passare attraverso traguardi di eccellenza e competitività. La crisi legata al coronavirus ci ha, tra l’altro, anche insegnato che occorre sempre più investire nel capitale umano, nel realizzare una più forte solidarietà e coesione territoriale del Paese. Un invito che ci sia consentito di rivolgere al Governo e in particolare alla numerosa presenza dei ministri meridionali e allo stesso Presidente del Consiglio, da questa sede cosi prestigiosa dove fu firmata da un grande meridionale, Enrico de Nicola, la nostra Costituzione.
Anche in momenti in cui il Mezzogiorno era del tutto scomparso dall’agenda politica del Paese, con la celebrazione del Premio Dorso abbiamo sempre desiderato ribadire, negli anni, il nostro impegno nel valorizzare e promuovere le migliori risorse del territorio meridionale, attraverso una rinnovata azione di carattere etico, culturale, politico e civile, ripartendo necessariamente dalla cultura della meritocrazia. In questa direzione siamo oggi lieti di salutare i nuovi “Ambasciatori del Mezzogiorno” che degnamente rappresentano quei valori di legalità e cultura, elementi imprescindibili per il reale recupero del nostro Sud. L’importante testimonianza umana e professionale di Filippo Patroni Griffi, Gaetano Manfredi, Roberto Defez, Paolo Scudieri, Giovanni Grasso, Federico Pirro, va additata alle nuove generazioni attraverso il simbolico “passaggio di testimone” che annualmente il Premio Dorso propone nelle sue finalità. In questo spirito la Sezione ordinaria del Premio viene quest’anno assegnata alla dott.ssa Eva Panetti responsabile del progetto di ricerca “Imprenditorialità e innovazione in Campania” presentato nell’Università Parthenope di Napoli, che celebra quest’anno un importante traguardo, i suoi primi 100 anni di vita e di cui salutiamo e ringraziamo per la presenza, il prof. Marco Ferretti in rappresentanza dell’ateneo. Vorrei infine esprimere un sincero riconoscimento a tutti quegli uomini e donne di buona volontà, eroi senza nome, che con abnegazione e sacrificio si sono distinti in questi mesi nell’aiuto alle persone contro gli effetti della pandemia. Consentitemi di concludere con un auspicio che mi auguro vorrete con me condividere. C’è da sperare che il superamento della pandemia, se pur ancora ci appare distante, possa farci tutti molto riflettere e ci consenta di recuperare un nuovo modo di operare che esalti i reali valori morali e civili della nostra società anche nello spirito dell’ultima Enciclica ”Fratelli tutti”.