L’Associazione Internazionale Guido Dorso, nell’ambito delle relazioni internazionali che intrattiene, il 13/14 giugno 2024 con il suo Segretario generale l’economista Francesco Saverio Coppola è stata ospite dell’Università Sidi Mohamed Ben Abdellah di Fes in Marocco per il convegno internazionale su “Independence des banques centrales et conduites politiques monétaires: un questionnement empirique sur les mécanismes de transmission”. Coppola in sede di apertura del meeting ha relazionato su “Évolution de l’opérativité des banques centrales en Europe”, mentre l’economista Antonio Corvino, Direttore Generale dell’Osservatorio di Economia e Azione Sociale, oltre che responsabile della delegazione pugliese dell’Associazione Guido Dorso, ha tenuto una relazione su “ Effets des banques centrales sur l’économie et la société”. Nei giorni successivi si sono svolti incontri con l’Università e Associazioni, tra cui quella presieduta da Mohammed Ataiche e diretta da Mohamed Chafi per la formazione delle giovani generazioni. Sono state gettate le basi per accordi di collaborazione su temi specifici con l’obiettivo di rafforzare la rete culturale mediterranea.
Le relazioni hanno messo in evidenza il mutamento delle banche centrali a seguito delle due crisi sistemiche, quella finanziaria e dei debiti sovrani del 2008-2011 e quella da pandemia Covid-19. Fino ad allora le banche centrali miravano sostanzialmente a fissare il tasso di interesse, tramite regole strumentali e “targeting rules”, per perseguire obbiettivi di contrasto all’inflazione. Con la crisi finanziaria è emersa una questione, già messa in luce in precedenza, se non si dovesse contemplare, come obiettivo, anche la stabilità finanziaria e quindi il monitoraggio del prezzo delle attività che compongono i bilanci delle banche commerciali e degli intermediari finanziari. Le banche centrali, per contrastare le crisi sistemiche, purtroppo ricorrenti, saranno sempre di più chiamate a riconsiderare la loro funzione per perseguire, più o meno esplicitamente, obbiettivi più ampi ed estesi che unifichino il controllo monetario, la riduzione delle oscillazioni del prodotto nazionale, la tenuta della stabilità finanziaria e le transizioni digitale e ambientale. Questo arricchimento dei compiti indubbiamente alimenta delle opportunità ma può generare anche dei problemi sociali. Bisogna individuare nuove strade evitando il possibile errore sottolineato dall’economista Fitoussi. Nel suo “teorema del lampione”,’ Jean-Paul Fitoussi richiama la vecchia storia dell’ubriaco che cerca le chiavi sotto al lampione, pur sapendo di averle perse altrove, perché solo lì la strada è illuminata. È difficile non pensare a questo apologo osservando l’accanimento con cui le banche centrali continuano a riproporre la ricetta della restrizione monetaria come strumento per combattere l’inflazione, ignorando le differenze territoriali e le diseguaglianze sociali.