Il rinnovarsi da ben 50 anni del Premio “Guido Dorso” e delle attività ad esso collegate intende soprattutto rappresentare un itinerario di continuità di intenti nel contesto di una esperienza che operi – attraverso un comune sentire – per realizzare un progetto di nuovo sviluppo del nostro Mezzogiorno attraverso anche quella nuova classe dirigente – auspicata da Dorso – che sappia sempre più fare sistema, che sappia comunicare e governare. Un impegno da rinnovare nel ricordo di grandi esponenti politici di origine settentrionale: da De Gasperi, a Pastore, a Saraceno, che amarono il nostro Mezzogiorno e contribuirono, in modo determinante, a cambiarne il volto. E tutto ciò per realizzare una comunità che sia capace di custodire la memoria e l’identità per poter costruire un futuro non utopistico che dia vita insieme ad un progetto credibile aperto alla cultura, alla formazione, all’istruzione, da destinare, in particolare, alle nuove generazioni del nostro Mezzogiorno. In questa direzione Napoli e l’intero Sud dovranno esaltare la loro storia, la strategica posizione geografica, la vocazione culturale ed economica nel Mediterraneo e in Europa. Se non si procederà su questa strada il rischio sarà quello di avere ancora un Mezzogiorno vittima di vecchi luoghi comuni, inascoltato, incompreso e privato delle risorse dovute per una sua reale ripresa. In questo spirito è nata la nuova sezione del Premio dedicata all’area mediterranea, che ha visto, agli inizi di luglio, a Napoli, un prestigioso prologo di questa 45ma edizione con l’assegnazione del riconoscimento alla Comunità di Sant’Egidio consegnato al dott. Antonio Mattone portavoce della Comunità e al prof. Salvatore Capasso del CNR che sono anche qui con noi presenti e che saluto e ringrazio unitamente al segretario generale della Comunità di Sant’Egidio, Paolo Impagliazzo. Nel corso dell’evento, patrocinato dal Comune di Napoli e dall’Università ”Federico II”, è stato presentato il Manifesto elaborato dall’ Associazione Dorso che dovrà dar vita alla Carta del Terzo Settore mediterraneo per la creazione di reti sociali e culturali. Anche questa 45ma edizione del Premio Dorso si svolge nella prestigiosa cornice del Senato della Repubblica che, dall’anno 2000, patrocina l’iniziativa unitamente al Consiglio Nazionale delle Ricerche e all’università di Napoli “Federico II”. Con il Senato e con queste prestigiose Istituzioni si è rinnovato, ancora una volta, un prezioso rapporto di collaborazione e condivisione, una condivisione manifestata anche da parte della prof.ssa Elisa Dorso che ringrazio per la sua adesione. Anche quest’anno il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha confermato l’assegnazione di un suo personale ambito riconoscimento che viene oggi destinato alla Fondazione Circolo Artistico Politecnico di Napoli presieduta da Adriano Gaito. Al presidente Mattarella, nel rinnovare la nostra sincera gratitudine per l’attenzione riservata negli anni al Premio Dorso, desideriamo anche esprimere il più vivo apprezzamento per il suo alto ruolo svolto quale attento e rigoroso garante della Carta costituzionale. Un ruolo che ha visto il capo dello Stato, negli ultimi tempi, sempre più volte, richiamare le forze politiche ad operare per un’armonica e corretta coesione del nostro Paese, entro i limiti dello stesso dettato costituzionale. Un saluto e un ringraziamento desidero poi rivolgere alla giuria, presieduta dal prof. Andrea Amatucci, presidente del Comitato scientifico e composta dal ministro per la coesione territoriale e il Sud, Raffaele Fitto (Premio Dorso 2004) al quale rinnoviamo i nostri voti augurali di buon lavoro nel suo nuovo alto incarico nella Commissione europea; dal prof. Orazio Abbamonte, presidente della Fondazione Banco di Napoli che è sempre più impegnata sul fronte sociale e culturale; dalla prof.ssa Maria Chiara Carrozza, presidente del CNR; dal prof. Matteo Lorito, rettore dell’Università di Napoli “Federico II” qui rappresentato dalla prorettrice prof.ssa Rita Mastrullo. Desidero poi anche rivolgere un grato saluto agli autorevoli componenti del Comitato scientifico qui rappresentato da Pietro Busetta, Filippo De Rossi e Giulio Tarro. Anche nel corso del 2024 l’Associazione Dorso – con l’organizzazione del Premio – ha promosso una serie di iniziative di carattere economico e culturale alcune delle quali realizzate in collaborazione con altre istituzioni nel pieno convincimento che nel nostro Mezzogiorno occorre sempre più fare squadra anche se purtroppo dobbiamo constatare che c’è ancora molta strada da fare in questa direzione. Tra le iniziative in programma ci apprestiamo anche a celebrare, nel 2025, i 100 anni della pubblicazione del saggio-icona di Guido Dorso “La Rivoluzione meridionale” con alcuni eventi tra cui un saggio edito dall’Associazione Dorso di cui è autore il prof. Amedeo Lepore. Ancora una volta fedeli al messaggio di Guido Dorso siamo così oggi lieti di salutare i nuovi Ambasciatori del Mezzogiorno autorevoli e degni rappresentanti di quel Mezzogiorno che sempre più propone al nostro Paese un reale cambio di paradigma del nostro Sud. La loro importante testimonianza umana e professionale va additata alle nuove generazioni attraverso il simbolico passaggio di testimone che annualmente il premio Dorso propone con l’assegnazione del riconoscimento riservato alla sezione ordinaria che quest’anno viene destinato al dott. Marco Giannone dell’Università degli studi di Palermo per la tesi magistrale “Un’analisi del divario Nord-Sud attraverso il modello istituzionale”. E proprio in questo significativo passaggio di testimone ci piace ricordare l’alta esortazione rivolta ai giovani da Piero Calamandrei: ”Coltivare la memoria – affermava l’insigne giurista – per comprendere le basi fondative della nostra democrazia”. I prossimi anni vedranno sempre più il nostro Mezzogiorno al centro di un nuovo grande progetto di sviluppo nel più contesto euromediterraneo e in questa direzione c’è da augurarsi che nel 2026, anche grazie al ritorno alla programmazione nazionale possano essere portati a termine efficacemente gli impegni assunti con il PNRR senza perdere i benefici di ingenti risorse paragonabili soltanto a quelle dell’opera di ricostruzione postbellica.
Consentitemi di concludere con un’ultima considerazione e un auspicio. Le varie tappe della presidenza italiana del G7- che hanno visto protagoniste alcune suggestive località del nostro Mezzogiorno – hanno presentato all’attenzione del mondo la ricchezza del grande patrimonio storico, artistico e paesaggistico di territori che oggi si aprono ad auspicati nuovi traguardi e a nuovi primati di cui tutti insieme però dovremo contribuire al loro pieno raggiungimento.