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Premio Dorso 2024 Sezione Mediterraneo: gli interventi dei relatori

Gaetano Manfredi

Gaetano Manfredi: una nuova centralità di Napoli e del Mezzogiorno nell’area mediterranea

La crisi russo-ucraina ha bloccato quel processo di sviluppo dell’asse ovest-est dell’Europa che la Germania ha sostenuto negli ultimi 20 anni, e che, con l’allargamento ad est della Comunità Europea, ha riproposto il tema del rapporto dell’Europa con il Mediterraneo, l’Africa ed il Medio Oriente come grande opportunità di crescita.

I problemi demografici che affliggono l’Europa, la necessità di trovare nuove frontiere per l’approvvigionamento di materie prime, l’esigenza prioritaria di una transizione ambientale che richiede l’impiego di energie rinnovabili, ci fanno guardare all’Africa come luogo fondamentale per il reperimento di risorse per il futuro. In questo nuovo quadro politico, il Mezzogiorno d’Italia assume una posizione di centralità, in quanto può rappresentare il grande ponte dell’Europa verso l’Africa, contribuendo a rafforzare il legame tra i due continenti; le università del sud Italia possono assumere un ruolo strategico nei processi educativi, nella formazione dei tanti giovani provenienti dall’Africa; i porti del nostro meridione possono continuare a svolgere una funzione logistica fondamentale nei nuovi flussi commerciali; ed anche in tema di energia, soprattutto dopo il blocco della forniture dalla Russia, questi rapporti di scambio possono risultare determinanti. Si tratta di scenari estremamente complessi che mettono però in campo grandi opportunità. Occorre creare reti di persone, di associazioni, di istituzioni, che diventino gli strumenti per affrontare le complessità che abbiamo davanti, in alternativa a quei percorsi individuali che hanno dimostrato enormi limiti, e che stanno creando disastrosi conflitti. Una nuova questione meridionale, inquadrata nella dimensione internazionale, richiede un’evoluzione naturale anche dell’approccio posto da Guido Dorso e dagli altri meridionalisti. Tra i temi cruciali da affrontare vi è la creazione di una nuova classe dirigente, capace di guardare ad una dimensione più globale, rispetto agli eccessivi localismi che spesso dobbiamo fronteggiare; la visione di un Mediterraneo come luogo di cultura, di relazioni e di pace, con l’obiettivo di risolvere quei conflitti a volte endemici, a volte storici, che costituiscono una barriera alle opportunità di sviluppo, attraverso il soft power e la diplomazia, come la comunità di sant’Egidio ha già dimostrato; la cultura e la formazione come strumento privilegiato per il dialogo, soprattutto con l’Africa. La scelta dell’Associazione Dorso nell’istituire la sezione “Mediterraneo” va proprio in questa direzione auspicando una nuova prospettiva per il Mezzogiorno, di modernizzazione e di recupero di centralità. Anche la città di Napoli ha l’opportunità di riacquistare oggi quel ruolo di centralità nelle dinamiche politiche e commerciali del Mediterraneo che per secoli ha avuto in passato.

Ottavio Ragone

Ottavio Ragone: Il Dorso, un premio che va sempre più letto in chiave europea

Quest’anno il Premio internazionale intitolato alla memoria del grande meridionalista Guido Dorso, inaugura una nuova sezione dedicata al Mediterraneo. Il premio Dorso è un prestigioso premio che viene annualmente assegnato a Roma, al Senato della Repubblica, ed è un riconoscimento di cui vado molto orgoglioso essendo stato anche io uno dei destinatari. Questo premio va letto soprattutto in chiave europea, perché siamo cittadini europei, attenti agli equilibri politici del nostro continente e legati alle nostre radici culturali. L’Europa ha acquistato un peso sempre maggiore nel bacino del Mediterraneo, sia in termini geopolitici che economici, e, in questo quadro, Napoli ha assunto negli ultimi anni un ruolo di città-pilota, una funzione di cerniera tra l’area più larga del Mediterraneo ed i paesi del centro e del nord Europa. Mentre in Italia è in atto un processo di riforme e di frazionamento politico delle responsabilità (pensiamo all’autonomia regionale differenziata), la posizione di Napoli può diventare strategica anche nello scenario politico europeo. Questo premio internazionale esprime la consapevolezza della centralità del Mediterraneo e di Napoli.

Matteo Lorito

Matteo Lorito: una nuova offerta formativa delle università del Sud per l’area mediterranea

L’attuale sistema formativo delle università del Mezzogiorno è talmente rafforzato ed innovativo che le rende capaci di fare la differenza. Se guardiamo ai conflitti presenti in altre parti dell’ Europa, ed alle condizioni politiche che cambiano continuamente, ci accorgiamo che il Mediterraneo sta vivendo un momento particolare, acquistando un’importanza sempre maggiore a livello politico globale. Dalle sponde del Mediterraneo che sono di fronte a noi, dove ci sono i paesi più giovani di quest’area della Terra, proviene un forte desiderio di formazione; se a questa forza propulsiva aggiungiamo l’offerta formativa all’avanguardia delle università del Mezzogiorno, e l’opportunità che ci fornisce il PNRR con il 40% al Sud di risorse per i centri di ricerca universitaria, possiamo davvero realizzare qualcosa di importante ed innovativo; stabilendo ad esempio un collegamento diretto che consenta un vero e conveniente scambio con gli studenti dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, proprio come avveniva ai tempi di Federico II. In questo contesto, il premio Guido Dorso, riconoscimento solido con più di 40 anni di storia, assume un significato particolare ampliando i suoi orizzonti con la inaugurazione di questa nuova sezione. Un augurio ai premiati che diventano anche ambasciatori e insieme al premio ricevono nuovi stimoli a proseguire nella propria attività.

Lucio D’Alessandro: un premio che apre nuove opportunità Alle giovani generazioni

Mi è gradito portare ai premiati e agli intervenuti il saluto della presidente del CNR, Maria Chiara Carrozza ed anche il senso di orgoglio istituzionale perché uno dei premiati è un ricercatore del CNR che ha assunto negli ultimi anni la responsabilità di un dipartimento molto importante del CNR. Tutti sanno che nel 1764 Cesare Beccaria pubblicò il famosissimo trattato “Dei delitti e delle pene”, non molti invece ricordano che due anni dopo, Giacinto Dragonetti, un abruzzese che aveva studiato e viveva a Napoli, pubblicò un altro trattato intitolato “Delle virtù e dei premi”; questo allievo di Antonio Genovesi impostava il tema della virtù civile e del premio che ad essa deve essere riconosciuto. Il suo esempio ribalta un po’ il paradigma classico che vede nel meridionale l’avvocato, il leguleio, sempre pronto a fare causa, mentre il cittadino del Nord è più propenso a svolgere attività economiche e produttive. Il Dragonetti infatti è stato un meridionale che tendeva a sviluppare il tema dell’economia, basandosi sul concetto di virtù così significativo per gli illuministi, mentre al Nord ci si occupava delle pene. L’importante funzione dei premi si riconnette al tema della virtù anche nel dare ad essa spazio e nuove opportunità. Il Mediterraneo rappresenta un grande tema di cui sempre si è parlato, ma che oggi può essere affrontato in maniera diversa, con una nuova visione, soprattutto allacciando relazioni con le giovani generazioni. La parola Mediterraneo indica proprio stare in mezzo, mediare, ma forse anche medicare; e nel curare le tante ferite del nostro mondo la Comunità di Sant’Egidio è di grande esempio con la sua opera attiva ed anche di presenza e di testimonianza, che fa eco alla virtù.

Mariano Bruno

Mariano Bruno: le istituzioni culturali determinanti veicoli di messaggi e di pace

Dei 22 Paesi dell’area del Mediterraneo circa 15 hanno una rappresentanza consolare a Napoli, e questo fa della nostra città un hub naturale del Mediterraneo, e potenzialmente la sua capitale. Il tema del Mediterraneo è oramai abusato, e troppi sono gli eventi ad esso dedicati che però poi non portano a niente, perché non costruiscono relazioni e non sviluppano analisi. La sezione Mediterraneo del Premio Dorso può invece ambire ad essere un veicolo di messaggi e di pace. Molto spesso è più difficile far dialogare due governi dell’area mediterranea che metterli in comunicazione con un’associazione, che con la propria attività benefica o culturale arriva su tanti territori, svolgendo un’azione assai importante. Una riflessione va fatta anche sul futuro. I paesi che affacciano sul Mediterraneo, compresi quelli più arretrati dal punto di vista didattico e culturale, tendono a sorpassarci rapidamente, perché oramai l’innovazione viaggia ad un’incredibile velocità e le connessioni sono enormi. In questo quadro l’Italia e Napoli devono svolgere un ruolo fondamentale utilizzando i fondi arrivati col PNRR per migliorare la logistica, le infrastrutture, la sicurezza, e tutto quello che manca. In Italia abbiamo 220.000 leggi, mentre in Francia, stato europeo e mediterraneo, ce ne sono 20.000. Questo rappresenta un ostacolo per gli investimenti esteri nel nostro Paese; per aprire un’attività o recuperare un credito in Italia ci vogliono mediamente 4/5 anni, mentre altrove ne occorrono molti meno. La competitività di un territorio non è solo data dagli investimenti, dagli incentivi fiscali e dall’area ZES, ma anche dalla proattività delle persone che ci sono e di come sono connesse tra di loro.