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MANIFESTO PER UN MEDITERRANEO DI PACE E SOLIDALE

 

AVVISO PER I LETTORI

NOTICE TO READERS

Pubblichiamo in italiano, francese, inglese, spagnolo e arabo il Manifesto, presentato a Napoli in Italia il giorno 8 luglio in occasione del Premio Mediterraneo, per creare la carta del Terzo settore del Mediterraneo. Un mare che deve unire e non dividere. Un accordo fra associazioni dei vari paesi per rilanciare lo sviluppo sostenibile, egalitario e solidale con la riscoperta delle radici comuni.

We publish the Manifesto in Italian, French, English, Spanish, and Arabic, presented in Naples, Italy, on July 8th on the occasion of the Mediterranean Award, to create the charter of the Mediterranean Third Sector. A sea that must unite and not divide. An agreement between associations from various countries to relaunch sustainable, egalitarian, and supportive development by rediscovering common roots.

 

MANIFESTO

PER UN MEDITERRANEO DI PACE E SOLIDALE

Oggi non si svolge solo una cerimonia di premiazione di Enti o persone eccellenti che hanno favorito la crescita della solidarietà e della conoscenza nell’area mediterranea, ma segna l’inizio anche di un percorso di creazione e promozione di reti per favorire pace e socialità nel mediterraneo, progetto che l’associazione internazionale Guido Dorso propone e lancia con questo manifesto.

Da anni ribadiamo la necessità di unirsi per superare le individualità e favorire le azioni corali, accrescendo il potenziale di visione e di azione. Già nel 2019 abbiamo dato vita ad una alleanza degli Istituti meridionalisti, A.I.M. Oggi una realtà in crescita, basata su organizzazione paritaria orizzontale con il rispetto delle singole individualità, ma con la creazione di visione e piani di azione comuni. Oggi con lo sguardo rivolto alle sponde del Mediterraneo e ai paesi limitrofi ampliamo questa nostra visione. Il percorso è arduo, ma il nostro cammino intrapreso cinquanta anni fa ci incoraggia. Noi ci crediamo.

Il Mediterraneo è un unicum a livello della nostra Terra, in temini di biodiversità storica, etnica, culturale. Nei secoli il DNA dei popoli si è ricombinato e mescolato creando grandi civiltà e sviluppando la conoscenza tramite l’evoluzione dei linguaggi e della scrittura. Il rimescolamento e il linkage biologico e culturale ne ha fatto un ambiente adatto a sviluppare civiltà evolute che si perdono nella notte dei tempi, come i recenti ritrovamenti archeologici in Turchia ci dimostrano.

Dice lo storico francese Pirenne “ci sarebbe stato un Carlo Magno, se non ci fosse stato Maometto?”.  Un puzzle di fatti, di temporalità dove ogni pezzo ha avuto un suo significato ma anche processi ereditari complessi alla base del nostro vivere quotidiano. In questa diversità si trova anche l’unitarietà e la comunanza delle radici.

Un mare che ha sempre unito e mai diviso. Dice Braudel che mediterraneo è laddove germoglia la triade grano, vino e olio. Proprio l’olivo diventa simbolo di questo manifesto non solo come simbolo della mediterraneità, ma come simbolo di pace e resilienza.

In questi anni abbiamo più esaltato le diversità che le comunanze, ne sono testimonianza i processi migratori e l’irrazionalità e anche la disumanità della loro gestione. In questo Federico II di Svevia, fondatore della nostra più grande Università, era un uomo del mediterraneo più di tanti che oggi ne dissertano. Le repubbliche marinare e in particolare quella di Venezia ci hanno insegnato, che laddove si creano reti o di imprese o culturali, è possibile superare le barriere politiche e creare percorsi comuni di vita e di sapere. Non a caso la numerazione araba viene introdotta in Italia e in Europa da Leonardo Fibonacci un pisano che l’apprende mentre dimorava per lavoro in Algeria.

CHE FARE

Questo manifesto, che è prodromico alla creazione di una carta mediterranea del terzo settore, vuole essere un appello a riscoprire le radici comuni e a ritrovare una Koinè di valori e di cultura.

Questo può essere realizzato, al di là delle derive politiche e di oligarchie di mercato, solo se riusciamo a creare delle reti di socialità fra i vari paesi.

Mettere in rete associazioni del nostro territorio con associazioni ed enti di altri Paesi è l’obiettivo di questo appello che l’Associazione Guido Dorso promuove. Fino ad oggi è prevalsa una visione utilitaristica, anche da parte dell’Europa, legata a finanziamenti di progetti, che hanno trovato la loro rapida obsolescenza, mentre si è investito poco nei fattori fondamentali di coesione e solidarietà. Invece noi proponiamo un percorso diverso basato sulla valorizzazione della cultura e dell’identità, non intesa come diversità ma come bagaglio e sapienza personale. Alla parola vicinato, presente anche in tanti documenti europei, vogliamo sostituire la parola prossimità.

Abbiamo già avviato contatti con molte realtà associative nel Sud Italia e in alcuni paesi dell’area mediterranea. Esistono molte realtà sparse e meritevoli che hanno realizzato delle best practices, occorre tuttavia lavorare su fattori di scala se vogliamo governare la complessità dei processi sociali e umanitari. L’obiettivo non è solo ispessire il tessuto amicale fra le diverse genti, ma anche favorire una formazione mediterranea sollecitando le Università e altri Enti di formazione italiane e di altri Paesi a creare dei percorsi formativi sulla mediterraneità (cibo, musica, letteratura, storia ecc).

Grandi sfide ci attendono: l’acqua, i differenziali demografici, l’energia, il cibo, i nuovi e delicati equilibri ambientali e le risposte non possono essere frutto solo di decisioni di mercato ma di un diverso approccio sociale. In questo obiettivo di essere un hub di reti, il Mezzogiorno e Napoli possono essere degli apripista per collegarsi con le altre realtà mediterranee. Dovunque attecchiranno questi filari di viti sociali verrà creata una “Casa del mediterraneo”, luogo simbolico, ma anche fisico di rappresentanza di interessi comuni. La visione dello sviluppo è policentrica e ogni luogo, ogni associazione preserverà la propria identità valoriale ma l’azione sarà comunitaria. La prima casa la creeremo a Napoli e speriamo di avere con noi il Comune di Napoli e l’Università. Queste case sostituiranno simbolicamente le vecchie torri di guardia di cui il mediterraneo è ricco, pensate per la difesa, invece rilanceremo l’amicalità.

A quali principi ci ispiriamo?  I nostri principi sono codificati nella la carta universale dei diritti umani, nella carta di Barcellona, ma anche in altre carte nel frattempo maturate come la carta araba dei diritti umani. Ogni anno organizzeremo un Forum per vedere l’avanzamento di questo progetto di socialità diffusa. Favoriremo in particolare la gestione dei processi migratori creando un ponte con le associazioni dei territori di provenienza dei migranti per favorire una filiera formativa multiculturale e multietnica, nel rispetto delle regole che ogni Paese si è dato e nel rispetto della dignità umana. Le reti sociali favoriranno le reti di imprese che dovranno ispirarsi agli stessi principi etici, riequilibrando i vari nodi delle catene del valore.

Nei prossimi mesi insieme ad altre realtà associative lavoreremo alla costruzione di questa carta, che speriamo diventi un messaggio di sviluppo sostenibile, solidale ed egualitario, ma soprattutto di fratellanza. Contiamo sul sostegno morale di voi tutti.

 

MANIFESTE POUR UNE MÉDITERRANÉE DE PAIX ET SOLIDAIRE

Aujourd’hui, il ne s’agit pas seulement d’une cérémonie de remise de prix à des entités ou des personnes excellentes qui ont favorisé la croissance de la solidarité et de la connaissance dans la région méditerranéenne, mais cela marque également le début d’un parcours de création et de promotion de réseaux pour favoriser la paix et la socialité en Méditerranée, projet que l’association internationale Guido Dorso propose et lance avec ce manifeste. Depuis des années, nous réaffirmons la nécessité de s’unir pour dépasser les individualités et favoriser les actions collectives, en augmentant le potentiel de vision et d’action. Déjà en 2019, nous avons donné vie à une alliance des instituts méridionalistes, A.I.M., aujourd’hui une réalité en croissance, basée sur une organisation paritaire horizontale avec le respect des individualités, mais avec la création de visions et de plans d’action communs. Aujourd’hui, en regardant les rives de la Méditerranée et les pays voisins, nous élargissons notre vision. Le parcours est ardu, mais notre chemin entamé il y a cinquante ans nous encourage. Nous y croyons.

La Méditerranée est un unicum sur notre Terre, en termes de biodiversité historique, ethnique, culturelle. Au fil des siècles, l’ADN des peuples s’est recombiné et mélangé, créant de grandes civilisations et développant la connaissance grâce à l’évolution des langues et de l’écriture. Le brassage et le linkage biologique et culturel en ont fait un environnement propice au développement de civilisations évoluées qui se perdent dans la nuit des temps, comme les récentes découvertes archéologiques en Turquie nous le montrent. L’historien français Pirenne dit : « y aurait-il eu un Charlemagne, s’il n’y avait pas eu Mahomet ? ». Un puzzle de faits, de temporalités où chaque pièce a eu sa signification mais aussi des processus héréditaires complexes à la base de notre vie quotidienne. Dans cette diversité se trouve aussi l’unité et la communauté des racines. Une mer qui a toujours uni et jamais divisé. Braudel dit que la Méditerranée est là où germe la triade blé, vin et huile. Justement, l’olivier devient le symbole de ce manifeste non seulement comme symbole de la méditerranéité, mais comme symbole de paix et de résilience. Ces dernières années, nous avons plus exalté les diversités que les communautés, en témoignent les processus migratoires et l’irrationalité et même l’inhumanité de leur gestion. En cela, Frédéric II de Souabe, fondateur de notre plus grande université, était un homme de la Méditerranée plus que beaucoup de ceux qui en dissertent aujourd’hui. Les républiques maritimes, et en particulier celle de Venise, nous ont appris que là où se créent des réseaux, qu’ils soient d’entreprises ou culturels, il est possible de dépasser les barrières politiques et de créer des parcours communs de vie et de savoir. Ce n’est pas un hasard si la numération arabe a été introduite en Italie et en Europe par Leonardo Fibonacci, un Pisan qui l’a apprise alors qu’il séjournait pour travail en Algérie.

 

QUE FAIRE

Ce manifeste, qui est le prélude à la création d’une charte méditerranéenne du troisième secteur, se veut un appel à redécouvrir les racines communes et à retrouver une Koinè de valeurs et de culture. Cela peut être réalisé, au-delà des dérives politiques et des oligarchies de marché, seulement si nous réussissons à créer des réseaux de socialité entre les différents pays. Mettre en réseau les associations de notre territoire avec les associations et entités d’autres pays est l’objectif de cet appel que l’Association Guido Dorso promeut. Jusqu’à aujourd’hui, une vision utilitariste a prévalu, même de la part de l’Europe, liée au financement de projets qui ont trouvé leur obsolescence rapide, tandis que peu d’investissements ont été réalisés dans les facteurs fondamentaux de cohésion et de solidarité. Nous proposons au contraire un parcours différent basé sur la valorisation de la culture et de l’identité,

non pas entendue comme diversité mais comme bagage et savoir personnel. Au terme de voisinage, presente dans de nombreux documents européens, nous voulons substituer celui de proximité. Nous

avons déjà établi des contacts avec de nombreuses réalités associatives dans le sud de l’Italie et dans certains pays de la région méditerranéenne. Il existe de nombreuses réalités dispersées et méritoires qui ont réalisé des best practices, mais il faut travailler sur des facteurs d’échelle si nous voulons gouverner la complexité des processus sociaux et humanitaires. L’objectif n’est pas seulement d’épaissir le tissu amical entre les différents peuples, mais aussi de favoriser une formation méditerranéenne en incitant les universités et autres entités de formation italiennes et d’autres pays à créer des parcours de formation sur la méditerranéité (nourriture, musique, littérature, histoire, etc.). De grands défis nous attendent : l’eau, les différentiels démographiques, l’énergie, la nourriture, les nouveaux et délicats équilibres environnementaux et les réponses ne peuvent pas être le fruit de seules décisions de marché mais d’une approche sociale différente. Dans cet objectif d’être un hub de réseaux, le Mezzogiorno et Naples peuvent être des pionniers pour se connecter avec les autres réalités méditerranéennes. Partout où ces treilles de vignes sociales prendront racine, une « Maison de la Méditerranée » sera créée, lieu symbolique mais aussi physique de représentation des intérêts communs. La vision du développement est polycentrique et chaque lieu, chaque association préservera sa propre identité de valeurs, mais l’action sera communautaire. La première maison sera créée à Naples et nous espérons avoir avec nous la Commune de Naples et l’Université. Ces maisons remplaceront symboliquement les anciennes tours de garde dont la Méditerranée est riche, conçues pour la défense, au lieu de cela nous relancerons l’amitié. À quels principes nous inspirons-nous ? Nos principes sont codifiés dans la charte universelle des droits de l’homme, dans la charte de Barcelone, mais aussi dans d’autres chartes qui ont mûri entre-temps, comme la charte arabe des droits de l’homme. Chaque année, nous organiserons un Forum pour voir l’avancement de ce projet de socialité diffuse. Nous favoriserons en particulier la gestion des processus migratoires en créant un pont avec les associations des territoires d’origine des migrants pour favoriser une filière formatrice multiculturelle et multiethnique, dans le respect des règles que chaque pays s’est données et dans le respect de la dignité humaine. Les réseaux sociaux favoriseront les réseaux d’entreprises qui devront s’inspirer des mêmes principes éthiques, en rééquilibrant les différents nœuds des chaînes de valeur. Dans les prochains mois, avec d’autres réalités associatives, nous travaillerons à la construction de cette charte, que nous espérons devenir un message de développement durable, solidaire et égalitaire, mais surtout de fraternité. Nous comptons sur votre soutien moral à tous.

MANIFESTO FOR A MEDITERRANEAN OF PEACE AND SOLIDARITY

Today is not only an award ceremony for entities or excellent individuals who have promoted the growth of solidarity and knowledge in the Mediterranean area, but it also marks the beginning of a journey of creating and promoting networks to foster peace and sociality in the Mediterranean, a project that the international Guido Dorso association proposes and launches with this manifesto. For years, we have reiterated the need to unite to overcome individuality and foster collective actions, increasing the potential for vision and action. Already in 2019, we created an alliance of southernist institutes, A.I.M., which is now a growing reality, based on a horizontal equal organization with respect for individual identities, but with the creation of common visions and action plans. Today, looking towards the shores of the Mediterranean and neighboring countries, we expand this vision. The path is arduous, but our journey started fifty years ago encourages us. We believe in it.

The Mediterranean is unique on our Earth, in terms of historical, ethnic, and cultural biodiversity. Over the centuries, the DNA of peoples has recombined and mixed, creating great civilizations and developing knowledge through the evolution of languages and writing. The biological and cultural blending and linkage have made it an environment suitable for developing advanced civilizations that are lost in the mists of time, as recent archaeological findings in Turkey show us. The French historian Pirenne says, “Would there have been a Charlemagne, if there had not been a Muhammad?”. A puzzle of facts and temporalities where each piece had its meaning but also complex hereditary processes at the basis of our daily lives. In this diversity, there is also unity and common roots. A sea that has always united and never divided. Braudel says that the Mediterranean is where the triad of wheat, wine, and oil thrives. Indeed, the olive tree becomes the symbol of this manifesto not only as a symbol of Mediterranean identity but as a symbol of peace and resilience. In recent years, we have exalted diversity more than commonalities, as evidenced by migratory processes and the irrationality and even inhumanity of their management. In this, Frederick II of Swabia, founder of our greatest university, was more of a Mediterranean man than many who discuss it today. The maritime republics, particularly that of Venice, taught us that where networks are created, whether of businesses or culture, it is possible to overcome political barriers and create common paths of life and knowledge. It is no coincidence that Arabic numerals were introduced in Italy and Europe by Leonardo Fibonacci, a Pisan who learned it while residing in Algeria for work.

WHAT TO DO

This manifesto, which is a precursor to the creation of a Mediterranean third sector charter, aims to be an appeal to rediscover common roots and find a Koinè of values and culture. This can be achieved, beyond political drift and market oligarchies, only if we manage to create social networks among the various countries. Networking associations from our territory with associations and entities from other countries is the objective of this appeal promoted by the Guido Dorso Association. Until today, a utilitarian vision has prevailed, even from Europe, linked to project funding, which has found its rapid obsolescence, while little investment has been made in the fundamental factors of cohesion and solidarity. Instead, we propose a different path based on the enhancement of culture and identity, not understood as diversity but as personal baggage and wisdom. We want to replace the word neighborhood, present in many European documents, with the word proximity. We have already established contacts with many associative realities in Southern Italy and some countries in the Mediterranean area. There are many scattered and deserving realities that have implemented best practices, but we need to work on scale factors if we want to govern the complexity of social and humanitarian processes. The goal is not only to thicken the friendly fabric between different peoples

but also to promote Mediterranean education by urging Italian universities and other educational institutions and those in other countries to create educational paths on Mediterranean identity (food, music, literature, history, etc.). Great challenges await us: water, demographic differentials, energy, food, new and delicate environmental balances, and the answers cannot be the result of market decisions alone but of a different social approach. In this goal of being a hub of networks, the South and Naples can be trailblazers to connect with other Mediterranean realities. Wherever these rows of social vines will take root, a “House of the Mediterranean” will be created, a symbolic but also physical place representing common interests. The vision of development is polycentric and each place, each association will preserve its own value identity, but the action will be community-based. We will create the first house in Naples and hope to have with us the City of Naples and the University. These houses will symbolically replace the old watchtowers of which the Mediterranean is rich, designed for defense; instead, we will relaunch friendship. What principles do we inspire ourselves with? Our principles are codified in the Universal Charter of Human Rights, in the Barcelona Charter, but also in other charters that have matured in the meantime, such as the Arab Charter of Human Rights. Each year, we will organize a Forum to see the progress of this diffuse sociality project. We will particularly promote the management of migratory processes by creating a bridge with associations in the migrants’ countries of origin to foster a multicultural and multiethnic training chain, respecting the rules that each country has given itself and respecting human dignity. Social networks will promote business networks that will have to be inspired by the same ethical principles, rebalancing the various nodes of value chains. In the coming months, together with other associative realities, we will work on the construction of this charter, which we hope will become a message of sustainable, solidarity-based, and egalitarian development, but above all of brotherhood. We count on the moral support of all of you.

MANIFIESTO POR UN MEDITERRÁNEO DE PAZ Y SOLIDARIDAD

Hoy no solo se lleva a cabo una ceremonia de premiación de Entidades o personas excelentes que han favorecido el crecimiento de la solidaridad y el conocimiento en el área mediterránea, sino que también marca el inicio de un camino de creación y promoción de redes para fomentar la paz y la socialidad en el Mediterráneo, un proyecto que la asociación internacional Guido Dorso propone y lanza con este manifiesto.

Desde hace años reiteramos la necesidad de unirnos para superar las individualidades y fomentar las acciones colectivas, incrementando el potencial de visión y acción. Ya en 2019 dimos vida a una alianza de los Institutos meridionalistas, A.I.M. Hoy una realidad en crecimiento, basada en una organización paritaria horizontal con el respeto a las individualidades, pero con la creación de una visión y planes de acción comunes. Hoy, con la mirada dirigida a las costas del Mediterráneo y a los países limítrofes, ampliamos nuestra visión. El camino es arduo, pero nuestro trayecto iniciado hace cincuenta años nos anima. Nosotros creemos en ello.

El Mediterráneo es un unicum a nivel de nuestro planeta, en términos de biodiversidad histórica, étnica y cultural. A lo largo de los siglos, el ADN de los pueblos se ha recombinado y mezclado creando grandes civilizaciones y desarrollando el conocimiento a través de la evolución de los lenguajes y la escritura. La mezcla y el enlace biológico y cultural lo han convertido en un entorno apto para desarrollar civilizaciones evolucionadas que se pierden en la noche de los tiempos, como nos demuestran los recientes descubrimientos arqueológicos en Turquía.

El historiador francés Pirenne se pregunta: “¿habría existido un Carlomagno, si no hubiera existido Mahoma?”. Un rompecabezas de hechos, de temporalidades donde cada pieza ha tenido su propio significado, pero también procesos hereditarios complejos en la base de nuestra vida cotidiana. En esta diversidad se encuentra también la unidad y la comunión de las raíces.

Un mar que siempre ha unido y nunca ha dividido. Braudel dice que Mediterráneo es donde germina la tríada trigo, vino y aceite. El olivo se convierte en símbolo de este manifiesto no solo como símbolo de la mediterraneidad, sino como símbolo de paz y resiliencia.

En estos años hemos exaltado más las diferencias que las comuniones, como lo demuestran los procesos migratorios y la irracionalidad e incluso la deshumanización de su gestión. En esto, Federico II de Suabia, fundador de nuestra más grande Universidad, era un hombre del Mediterráneo más que muchos que hoy disertan sobre él. Las repúblicas marítimas y en particular la de Venecia nos han enseñado que, donde se crean redes ya sea empresariales o culturales, es posible superar las barreras políticas y crear caminos comunes de vida y conocimiento. No es casualidad que la numeración árabe fue introducida en Italia y en Europa por Leonardo Fibonacci, un pisano que la aprendió mientras residía por trabajo en Argelia.

QUÉ HACER

Este manifiesto, que es precursor de la creación de una carta mediterránea del tercer sector, quiere ser un llamamiento a redescubrir las raíces comunes y a reencontrar una Koiné de valores y cultura.

Esto puede realizarse, más allá de las derivas políticas y de las oligarquías de mercado, solo si logramos crear redes de socialidad entre los diversos países. Conectar asociaciones de nuestro territorio con asociaciones y entidades de otros países es el objetivo de este llamamiento que promueve la Asociación Guido Dorso. Hasta hoy ha prevalecido una visión utilitarista, incluso por parte de Europa, vinculada a la financiación de proyectos, que han encontrado su rápida obsolescencia, mientras se ha invertido poco en los factores fundamentales de cohesión y solidaridad. En cambio, proponemos un camino diferente basado en la valorización de la cultura y la identidad,

no entendida como diversidad sino como bagaje y sabiduría personal. A la palabra vecindad, presente también en muchos documentos europeos, queremos sustituirla por la palabra proximidad.

Ya hemos iniciado contactos con muchas realidades asociativas en el sur de Italia y en algunos países del área mediterránea. Existen muchas realidades dispersas y meritorias que han realizado buenas prácticas, sin embargo, es necesario trabajar en factores de escala si queremos gobernar la complejidad de los procesos sociales y humanitarios. El objetivo no es solo fortalecer el tejido amistoso entre los diferentes pueblos, sino también favorecer una formación mediterránea estimulando a las Universidades y otras Entidades de formación italianas y de otros países a crear recorridos formativos sobre la mediterraneidad (comida, música, literatura, historia, etc.).

Nos esperan grandes desafíos: el agua, los diferenciales demográficos, la energía, la comida, los nuevos y delicados equilibrios ambientales, y las respuestas no pueden ser solo fruto de decisiones de mercado sino de un enfoque social diferente. En este objetivo de ser un centro de redes, el Mezzogiorno y Nápoles pueden ser pioneros para conectarse con otras realidades mediterráneas. Dondequiera que se arraiguen estos viñedos sociales se creará una “Casa del Mediterráneo”, lugar simbólico, pero también físico de representación de intereses comunes. La visión del desarrollo es policéntrica y cada lugar, cada asociación preservará su propia identidad valórica, pero la acción será comunitaria. La primera casa la crearemos en Nápoles y esperamos contar con el Ayuntamiento de Nápoles y la Universidad. Estas casas sustituirán simbólicamente las antiguas torres de vigilancia de las que el Mediterráneo está lleno, pensadas para la defensa; en cambio, relanzaremos la amistad.

¿A qué principios nos inspiramos? Nuestros principios están codificados en la carta universal de los derechos humanos, en la carta de Barcelona, pero también en otras cartas que han madurado entre tanto, como la carta árabe de los derechos humanos. Cada año organizaremos un Foro para ver el avance de este proyecto de socialidad difundida. Favoreceremos en particular la gestión de los procesos migratorios creando un puente con las asociaciones de los territorios de origen de los migrantes para favorecer una cadena formativa multicultural y multiétnica, en el respeto de las reglas que cada país se ha dado y en el respeto de la dignidad humana. Las redes sociales favorecerán las redes empresariales que deberán inspirarse en los mismos principios éticos, reequilibrando los diferentes nodos de las cadenas de valor.

En los próximos meses, junto con otras realidades asociativas, trabajaremos en la construcción de esta carta, que esperamos se convierta en un mensaje de desarrollo sostenible, solidario e igualitario, pero sobre todo de fraternidad. Contamos con el apoyo moral de todos ustedes.

يان

من أجل بحر أبيض متوسط للسلام والتضامن

اليوم لا تقام فقط مراسم لتكريم الكيانات أو الأفراد المتميزين الذين ساهموا في تعزيز التضامن والمعرفة في منطقة البحر الأبيض المتوسط، بل يشكل أيضًا بداية مسار لإنشاء وتعزيز الشبكات لتعزيز السلام والاجتماعية في البحر الأبيض المتوسط، وهو مشروع تقترحه وتطلقه الجمعية الدولية جويدو دورسو مع هذا البيان.

لطالما أكدنا لسنوات على ضرورة الاتحاد لتجاوز الفردية وتعزيز العمل الجماعي، مما يزيد من الإمكانيات للرؤية والعمل. في عام 2019، أنشأنا بالفعل تحالف المعاهد الجنوبية، A.I.M.، الذي أصبح اليوم واقعًا متزايدًا، قائمًا على تنظيم أفقي متساوي مع احترام الفردية الفردية، ولكن مع إنشاء رؤى وخطط عمل مشتركة. اليوم، مع التركيز على ضفاف البحر الأبيض المتوسط والدول المجاورة، نوسع رؤيتنا. المسار صعب، لكن رحلتنا التي بدأت قبل خمسين عامًا تشجعنا. نحن نؤمن بذلك.

البحر الأبيض المتوسط فريد على مستوى كوكبنا، من حيث التنوع البيولوجي التاريخي والإثني والثقافي. على مر القرون، تمت إعادة تجميع وخلط الحمض النووي للشعوب، مما خلق حضارات عظيمة وتطوير المعرفة من خلال تطور اللغات والكتابة. إن المزج والربط البيولوجي والثقافي جعله بيئة مناسبة لتطوير حضارات متقدمة تضيع في غياهب التاريخ، كما تظهر الاكتشافات الأثرية الحديثة في تركيا.

يقول المؤرخ الفرنسي بيرين: “هل كان هناك شارلمان لولا وجود محمد؟”. إنها لوحة من الحقائق والزمنيات حيث كان لكل قطعة معناها ولكنها أيضًا عمليات وراثية معقدة تشكل أساس حياتنا اليومية. في هذا التنوع نجد أيضًا الوحدة والجذور المشتركة.

بحر جمع دائمًا ولم يقسم أبدًا. يقول براوديل إن البحر الأبيض المتوسط هو حيث تنمو ثلاثية القمح والنبيذ والزيت. يصبح شجرة الزيتون رمزًا لهذا البيان ليس فقط كرمز للمتوسطية، ولكن أيضًا كرمز للسلام والمرونة.

في هذه السنوات، أكثرنا من إبراز التنوعات على المشتركات، كما تشهد العمليات الهجرية وعدم العقلانية وحتى اللا إنسانية في إدارتها. في هذا، كان فريدريك الثاني من شوابيا، مؤسس جامعتنا الأكبر، رجلًا من البحر الأبيض المتوسط أكثر من العديد من الذين يناقشون الأمر اليوم. علمتنا الجمهوريات البحرية وخاصة تلك في البندقية، أنه حيثما تنشأ الشبكات سواء كانت تجارية أو ثقافية، يمكن تجاوز الحواجز السياسية وإنشاء مسارات مشتركة للحياة والمعرفة. ليس من قبيل المصادفة أن الأرقام العربية أدخلت إلى إيطاليا وأوروبا بواسطة ليوناردو فيبوناتشي، بيزاني الذي تعلمها أثناء إقامته للعمل في الجزائر.

ماذا نفعل؟

هذا البيان، الذي يعد مقدمة لإنشاء ميثاق البحر الأبيض المتوسط للقطاع الثالث، يهدف إلى أن يكون نداءً لاكتشاف الجذور المشتركة وإيجاد كوينى من القيم والثقافة.

يمكن تحقيق ذلك، بعيدًا عن الانجرافات السياسية وأوليغارشيات السوق، فقط إذا تمكنا من إنشاء شبكات اجتماعية بين البلدان المختلفة. إن ربط الجمعيات من منطقتنا مع الجمعيات والكيانات من البلدان الأخرى هو هدف هذا النداء الذي تروج له جمعية جويدو دورسو. حتى اليوم، سادت رؤية نفعية، حتى من قبل أوروبا، مرتبطة بتمويل المشاريع، التي وجدت تقادمها السريع، بينما تم الاستثمار بشكل ضئيل في العوامل الأساسية للتماسك والتضامن. بدلاً من ذلك، نقترح مسارًا مختلفًا قائمًا على تعزيز الثقافة والهوية، وليس كتنوع ولكن كمعرفة وحكمة شخصية. نريد استبدال كلمة الجوار، الموجودة في العديد من الوثائق الأوروبية، بكلمة القربى.

لقد بدأنا بالفعل اتصالات مع العديد من الجمعيات في جنوب إيطاليا وفي بعض دول منطقة البحر الأبيض المتوسط. هناك العديد من الحقائق المنتشرة والتي تستحق الثناء والتي حققت ممارسات أفضل، ولكن يجب العمل على عوامل الحجم إذا أردنا إدارة تعقيد العمليات الاجتماعية والإنسانية. الهدف ليس فقط تكثيف النسيج الودي بين الشعوب المختلفة، ولكن أيضًا تعزيز التعليم المتوسطي من خلال حث الجامعات والمؤسسات التعليمية الإيطالية والأخرى من دول أخرى على إنشاء مسارات تعليمية حول المتوسطية (الطعام، الموسيقى، الأدب، التاريخ، إلخ).

تحديات كبيرة تنتظرنا: الماء، الفروقات الديموغرافية، الطاقة، الطعام، التوازنات البيئية الجديدة والدقيقة، ولا يمكن أن تكون الإجابات ناتجة فقط عن قرارات السوق ولكن من نهج اجتماعي مختلف. في هذا الهدف من أن نكون محورًا للشبكات، يمكن أن يكون الجنوب ونابولي روادًا للاتصال بالواقع المتوسطي الأخرى. حيثما تنشأ هذه الصفوف من الكروم الاجتماعية سيتم إنشاء “بيت البحر الأبيض المتوسط”، وهو مكان رمزي ولكن أيضًا مادي لتمثيل المصالح المشتركة. الرؤية للتنمية متعددة المراكز وكل مكان، كل جمعية ستحافظ على هويتها القيمية ولكن العمل سيكون جماعيًا. سننشئ أول بيت في نابولي ونأمل أن يكون معنا بلدية نابولي والجامعة. ستستبدل هذه المنازل رمزيًا الأبراج القديمة للحراسة التي يزخر بها البحر الأبيض المتوسط، المصممة للدفاع، بدلاً من ذلك سنعيد إطلاق الصداقة.

ما المبادئ التي نسترشد بها؟ مبادئنا مشفرة في الميثاق العالمي لحقوق الإنسان، في ميثاق برشلونة، ولكن أيضًا في مواثيق أخرى نضجت في الوقت نفسه مثل الميثاق العربي لحقوق الإنسان. سننظم منتدى سنويًا لمتابعة تقدم هذا المشروع الاجتماعي المنتشر. سنعزز بشكل خاص إدارة العمليات الهجرية بإنشاء جسر مع الجمعيات في البلدان الأصلية للمهاجرين لتعزيز سلسلة تدريبية متعددة الثقافات ومتعددة الأعراق، مع احترام القواعد التي وضعها كل بلد ومع احترام كرامة الإنسان. ستعزز الشبكات الاجتماعية شبكات الشركات التي يجب أن تستلهم نفس المبادئ الأخلاقية، مما يعيد توازن العقد المختلفة لسلاسل القيمة.

في الأشهر المقبلة، مع غيرها من الكيانات الجمعية، سنعمل على بناء هذا الميثاق، الذي نأمل أن يصبح رسالة تنمية مستدامة، تضامنية ومتساوية، ولكن قبل كل شيء أخوية. نعتمد على