Autorità, signore e signori, a nome dell’Associazione “Guido Dorso” – che ho l’onore di presiedere – desidero rivolgere un sincero ringraziamento a tutti i convenuti con un particolare saluto ai parlamentari ed ai premiati di questa 28.ma edizione. Un grato saluto poi agli autorevoli componenti della commissione giudicatrice i professori Andrea Amatucci, Rocco Caporale, Federico Rossi e Guido Trombetti per il loro prezioso contributo scientifico e culturale. La cerimonia di consegna dei Premi Dorso è accolta ancora una volta, dopo palazzo Giustiniani, in questa prestigiosa sede che porta il nome di Giovanni Spadolini, esponente di primo piano della cultura e delle istituzioni del nostro Paese. La storia di palazzo della Minerva è poi resa ancor più carica di ricordi e suggestioni se soltanto si considera che esso ha ospitato – come sede del ministero dell’Istruzione – due grandi meridionali protagonisti della cultura italiana: Francesco De Sanctis e Benedetto Croce. Il rinnovato patrocinio del Senato della Repubblica alla nostra iniziativa consolida ulteriormente quel rapporto di proficua collaborazione con l’Associazione Dorso, grazie alla confermata disponibilità manifestata dal Presidente Franco Marini il quale considera il Premio “un appuntamento atteso perché di non comune rilievo culturale che, ripetuto nel tempo, rappresenta uno stimolo costante e autorevole, per ricondurre l’attenzione del mondo politico sulla non risolta questione meridionale”.
Il Presidente Marini, impossibilitato a partecipare, è qui, questa sera, autorevolmente rappresentato dal vice presidente del Senato, sen. Mario Baccini, a cui va il nostro più grato e cordiale saluto. L’autorevole attenzione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nei confronti del Premio Dorso (di cui fu destinatario nel 1998) si è nuovamente manifestata nella rinnovata concessione dell’alto patronato e della targa d’argento ad una istituzione scientifico-culturale del nostro Mezzogiorno. Riconoscimento che quest’anno viene assegnato, nel centenario della sua fondazione, all’Emeroteca-Biblioteca ”Vincenzo Tucci” di Napoli, una istituzione che onora la cultura del nostro Mezzogiorno, una cultura che, proprio al Sud, occorre qui ricordare, non viene però adeguatamente supportata dagli enti locali, sempre più spesso infatti disattenti a iniziative di grande valore morale e civile. Il Presidente Napolitano ha, inoltre, fatto pervenire, in un messaggio, la sua adesione all’odierna manifestazione con l’apprezzamento per la prestigiosa iniziativa e i rallegramenti per tutti i premiati di questa 28.ma edizione. A sessant’anni dalla morte di Guido Dorso desideriamo ricordare l’attualità del suo messaggio politico e morale con le parole pronunciate, proprio dal capo dello Stato, a fine maggio, ad Avellino, nel corso di una solenne commemorazione, che ha visto la partecipazione di Elisa Dorso, che questa sera ci onora con la sua presenza e che ha sempre seguito, con attenzione e interesse, la nostra attività fin dal suo nascere.
”La lezione di Guido Dorso – ha detto il Presidente – è una lezione di moralità e di rigore ancora sferzante e stimolante, da cui possono trarre ispirazione le giovani generazioni per avvicinarsi alla politica e innovarla”. Ed è proprio in questa direzione che, ancora una volta, il Premio Dorso si muove indicando ai giovani che il rinnovamento della politica passa soprattutto – oggi più che mai – attraverso quell’impegno di moralità e rigore che fu più volte indicato da Guido Dorso. Soltanto così la politica potrà recuperare in pieno la fiducia e la credibilità nella pubblica opinione. L’edizione di quest’anno del Premio, attraverso le personalità destinatarie del riconoscimento nelle varie sezioni, intende sottolineare che oggi nel Mezzogiorno occorre sempre più coniugare il binomio legalità e cultura con lo sviluppo. Ed è proprio su questo versante che occorre ancora fare molto se, come rende noto la Svimez, ben 270mila meridionali lasciano ogni anno il Sud. Si tratta soprattutto di giovani laureati e diplomati. Per fermare questa che rappresenta una vera e propria emorragia di intelligenze e potenzialità, che è stata definita, una nuova emigrazione, il governo ha adottato alcuni primi provvedimenti che ci auguriamo possano essere seguiti presto da altri, per costituire un più ampio programma di concreti interventi. La scelta della tesi di laurea, cui oggi conferiamo il Premio Dorso, si muove proprio nella direzione di valorizzare quei giovani che restano ad operare nel mezzogiorno, aprendo le loro ricerche all’Europa, realtà che andremo sempre più ad approfondire, nelle prossime edizioni del Premio. Sull’altro versante, quello del recupero della legalità, c’è da registrare una ampia presa di coscienza delle problematiche ad essa collegate, soprattutto da parte delle nuove generazioni grazie anche a chi, con grande coraggio civile e forte determinazione, denuncia i fenomeni malavitosi. Restano ancora troppi nel Sud i comuni sciolti per infiltrazioni camorristiche e mafiose. La sfida che si pone oggi al Mezzogiorno si allarga ad una prospettiva europea, con tutti i suoi vincoli ed opportunità; una sfida che non può consentire ulteriori rinvii al decollo di uno sviluppo per troppo tempo atteso. Anche i premiati di questa 28.ma edizione, rappresentano una concreta testimonianza di quello che il Mezzogiorno ha offerto ed offre in termini di intelligenze e professionalità sia nel nostro Paese che all’Estero, e fanno quindi ben sperare per il futuro. Un futuro che tutti vogliamo augurarci possa aprire prospettive nuove in termini di sviluppo economico e sociale per il nostro Sud.