A nome dell’Associazione Dorso desidero rivolgere un cordiale saluto a tutti gli intervenuti, in particolar modo agli autorevoli rappresentanti del mondo delle istituzioni, della politica e della cultura che come ogni anno partecipano numerosi a questo nostro tradizionale appuntamento. Un saluto particolare agli autorevoli componenti del Consiglio di Stato, al presidente emerito della Corte Costituzionale, Giuseppe Tesauro, Premio Dorso 2000, al Sottosegretario dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Vito De Filippo, ai senatori Liuzzi e Ranucci e al direttore generale di Telethon, Francesca Pasinelli. Anche la 38.ma edizione del Premio Dorso si tiene in questa prestigiosa cornice del Senato della Repubblica che dal 2000 patrocina l’iniziativa, unitamente al Consiglio Nazionale delle Ricerche e all’Università di Napoli Federico II da sempre vicini al Premio. Ci piace così ancora una volta ribadire che l’aver legato la nostra iniziativa ad una delle massime istituzioni della Repubblica ha significato conferire alla stessa la più ampia visibilità delle sue finalità. Quest’anno, in particolare poi, desideriamo anche ricordare che in questo Palazzo, settant’anni fa, un altro grande meridionale, Enrico De Nicola, firmò la nostra Costituzione nella quale tutti oggi dobbiamo ritrovare sempre più le nostre radici.
Al Presidente Grasso – già destinatario nel 2003 del Premio Dorso nel corso di una memorabile edizione alla presenza del compianto Presidente Ciampi – desideriamo, in particolare, esprimere viva gratitudine per aver voluto, con sempre più rara sensibilità politica, confermare questo prezioso rapporto di collaborazione tra il Senato stesso e l’Associazione Dorso. Il Presidente Grasso – che purtroppo, per concomitanti impegni in Senato, non potrà essere qui con noi questa sera, come pure avrebbe desiderato – ha inviato il suo saluto a tutti gli intervenuti formulando vivissimi rallegramenti ed auguri ai premiati con un particolare rinnovato apprezzamento per il rinnovarsi di un evento di così alto valore morale e civile.
Anche il Presidente della Repubblica, Mattarella, ha voluto confermare, nell’àmbito del Premio, l’assegnazione di un suo personale riconoscimento, che quest’anno viene assegnato a Telethon, Istituto di genetica e medicina Tigem di Pozzuoli, diretto dal prof.Andrea Ballabio: una struttura di eccellenza della ricerca che onora a livello internazionale il nostro Mezzogiorno. Al Presidente Mattarella da questa sede desideriamo rinnovare la nostra gratitudine per la sua costante testimonianza di attenzione, da Uomo del Sud, nei confronti del Mezzogiorno.
Un rinnovato ringraziamento per il lavoro svolto desidero anche rivolgere all’autorevole commissione giudicatrice composta dal prof. Andrea Amatucci, Presidente del comitato scientifico dell’Associazione; dal prof. Massimo Inguscio, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche; dal prof. Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università di Napoli “Federico II” e Presidente della Conferenza dei Rettori delle università italiane.
Un grazie sincero si estende poi agli amici Francesco Saverio Coppola, segretario generale dell’Associazione e Michele Giannattasio, presidente del comitato promotore, per la loro preziosa e generosa collaborazione che insieme agli amici dell’associazione ci consentono, da quarant’anni, di realizzare un premio a carattere interdisciplinare, unico nel suo genere, dedicato al Mezzogiorno nel ricordo di un grande meridionalista, senza grandi sponsor ma con un riconosciuto altissimo valore morale e civile.
Un cordiale e grato saluto anche agli autorevoli amici Gerardo Bianco, Giulio Tarro e Sergio Zoppi. componenti del Comitato scientifico-culturale dell’Associazione, qui presenti, per la rinnovata preziosa collaborazione. Ancora una volta legalità, cultura, ricerca, sviluppo e innovazione sono al centro del Premio Dorso costituendo l’obiettivo primario che l’Associazione persegue, con una tenace azione da oltre quarant’anni, nel valorizzare e promuovere le migliori risorse del territorio meridionale, attraverso un itinerario di rinnovato impegno etico, culturale, politico e civile, anche in momenti in cui il Mezzogiorno era del tutto scomparso dall’agenda politica del Paese. In questa direzione mi piace salutare i nuovi ambasciatori del Mezzogiorno che andranno ad arricchire da oggi il prestigioso albo d’onore: Alessandro Pajno, Luciana Lamorgese, Enrico Malato, Maria Saponari, Luigi Califano, Nicola Benedetto, Franco di Mare.
La loro importante testimonianza umana e professionale va additata alle nuove generazioni attraverso il simbolico passaggio di testimone che annualmente il Premio
Dorso propone nelle sue finalità. Pertanto la Sezione ordinaria del Premio Dorso viene quest’anno assegnata alla tesi di laurea magistrale conseguita presso il dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Napoli Federico II dalla dott.ssa Ornella Fasano con il titolo: “Collusioni e complicità della Governance locale. Il caso degli appalti pubblici nelle regioni del Mezzogiorno”. Desidero anche nominare due giovani oggetto di particolare menzione per le loro pubblicazioni: il dott. Gabriele Saccone e la dott.ssa Bice Cavallo.
E proprio i destinatari di questa nuova edizione del Premio Dorso rappresentano la testimonianza dei grandi primati del Mezzogiorno in tutti i settori, dal mondo delle istituzioni a quello della ricerca, dell’imprenditoria, della cultura. Un significativo spaccato di un Mezzogiorno che guarda lontano, fuori dagli schemi e dai luoghi comuni, senza però rinnegare identità, storia, cultura e tradizioni. Non ci stancheremo perciò di ribadire che oggi il nuovo meridionalismo non potrà che nascere da un rinnovato senso civico, una buona amministrazione, un recupero della cultura della legalità. In questo spirito ci piace sottolineare con particolare soddisfazione la nomina della città di Palermo a capitale italiana della cultura 2018 per il suo straordinario impegno nell’accoglienza e nell’inclusione.
C’è da augurarsi che nei prossimi anni dovranno essere operate dalla classe politica e, più in generale dalla classe dirigente dell’intero Paese, scelte coraggiose per il Mezzogiorno senza perdere nuove occasioni di sviluppo, anche attraverso una rinnovata fase della politica meridionalista che veda sempre più coinvolte le istituzioni regionali e locali in un ruolo di primo piano e di stretta coesione territoriale.
Anche quest’anno c’è da registrare un rinnovato generale risveglio di attenzione nei confronti del Mezzogiorno, con una sempre più attiva partecipazione sia da parte dei media che da varie istituzioni: dalla rinascita del ministero per il Mezzogiorno, alle proposte per il Sud del documento dei vescovi delle regioni meridionali, al rilancio della banca del Mezzogiorno e della ricerca scientifica attraverso i suoi vari centri di eccellenza, soltanto per citarne alcune tra le più significative. Va di contro rilevato che i pur positivi segnali di ripresa del Mezzogiorno non riescono però a ridurre gli alti indici riguardanti la disoccupazione e soprattutto quella giovanile.
Il rinato ministero del Mezzogiorno potrà e dovrà certamente rappresentare una importante occasione per garantire una politica nazionale unitaria per le aree depresse del Paese. Per non disperdere le risorse assegnate al Sud attraverso gli interventi della programmazione 2014-2020 e per far si che ci sia un interlocutore unico ad interagire con le regioni, il ministero dovrebbe però giocare in queste direzioni un suo ruolo decisivo. Il 2017 è stato anche un anno denso di importanti anniversari legati alla memoria di alcuni dei nostri grandi meridionalisti quali: De Sanctis, Mancini, Villari, Fianchetti. A questo proposito desidero, in particolare, ricordare che, a 70 anni dalla morte di Guido Dorso, abbiamo reso omaggio all’attualità del suo messaggio politico e morale con un convegno di studi tenutosi a Lecce, grazie anche alla fattiva collaborazione della struttura pugliese dell’Associazione guidata dall’amico Antonio Corvino e della dott.ssa Chiara Montefrancesco, destinataria del premio Dorso 2016 per l’imprenditoria. L’iniziativa è stata anche promossa nel pieno convincimento che questi anniversari non rappresentano semplici date di rituale ricordo, ma importanti occasioni di memoria di un grande patrimonio di cultura e di identità del nostro Mezzogiorno da preservare e consegnare alle nuove generazioni. Desidero anche annunziare che verrà pubblicata, a cura dell’Associazione, una raccolta di testimonianze sul meridionalista irpino da parte di alcuni destinatari del premio Dorso.
Il Sud è oggi più che mai chiamato a raccogliere tutte le sfide che dovranno definire un suo nuovo e determinante ruolo nel mediterraneo e nel più ampio contesto europeo. Ma per poter vincere queste sfide non ci stancheremo di ribadire che occorrerà sempre più fare squadra attraverso un nuovo corale impegno civile e abbattendo anche i troppi muri invisibili ma impenetrabili della burocrazia che resta purtroppo ancora oggi uno dei mali da sanare del nostro Mezzogiorno.