A sessant’anni dalla morte, avvenuta a Torre del Greco il 1° ottobre 1959, la grande lezione politica e morale di Enrico De Nicola rappresenta ancora oggi un riferimento importante per la storia del nostro Paese e la sua classe dirigente, laddove soltanto si consideri il ruolo da lui avuto, nell’immediato dopoguerra, nelle neonate istituzioni repubblicane: primo capo dello Stato e della Corte della Corte Costituzionale nonchè presidente del Senato. Si deve, in particolare, a De Nicola la proposta di affidare la luogotenenza del regno a Umberto di Savoia che di fatto riuscì ad evitare l’abdicazione di Vittorio Emanuele. Si trattò di una geniale invenzione di un fine giurista attento alle vicende della storia costituzionale italiana, un giurista nel cui studio di avvocato, a Napoli, al Corso Umberto I, si formarono allievi del calibro di Francesco De Martino e Giovanni Leone. Fu De Nicola poi a seguire personalmente i lavori della Costituente a palazzo Giustiniani (com’è noto non volle mai trasferirsi al Quirinale) ricevendo nel suo studio i Padri costituenti con i quali fu sempre prodigo di consigli e suggerimenti senza mai però far pesare il suo ruolo, ma dando grandi prove di consumata esperienza giuridica. Sarebbe toccato poi sempre a De Nicola firmare la nostra Carta costituzionale sempre a palazzo Giustiniani. Intensa fu poi anche l’attività forense, De Nicola fu infatti, negli anni’50, più volte eletto nel Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli con Giovanni Porzio Presidente (all’epoca vicepresidente del Consiglio con De Gasperi Presidente). In questo periodo De Nicola fu chiamato a presiedere la Speciale Commissione dell’Ordine Forense per gli emendamenti al progetto di legge istitutivo della Cassa di Previdenza degli Avvocati contribuendo, in maniera determinante, con la fattiva collaborazione del Consigliere – Segretario Mario Squitieri, alla stesura e all’approvazione della legge stessa. Fu lo stesso Presidente del Consiglio dell’epoca, Adone Zoli (anch’egli avvocato) a rivendicare il merito di De Nicola affermando che “ se la Cassa di Previdenza esiste, se ha superato gli scogli della nostra classe, ma anche di quanti altri si opponevano, grande merito è stato dell’energia di De Nicola”. Su De Nicola, nel tempo, è fiorita una copiosa aneddotica, sul suo carattere spesso litigioso e reattivo, soprattutto dinanzi a situazioni che egli non riteneva compatibili con la dignità dei suoi uffici o la serietà dei suoi comportamenti. Ma come si disse per un altro grande Presidente, Sandro Pertini, avere talvolta un brutto carattere significa avere un grande carattere.